Valeria Del Campo psicologa
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Frasi letterarie

2/25/2022

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#ofelia#amleto#psicologia#psicoterapia#cambiamento#riscoperta#conoscenza #frasiimportanti 

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Il gioco d'azzardo

10/7/2021

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Un altro problema è quello dei giochi d'azzardo. La maggioranza di coloro che fanno scommesse sulla roulette, sui cavalli, giocando a carte, sono ben consapevoli del confine fra «gioco» e «realtà»; puntano soltanto somme la cui perdita non inciderebbe seriamente sulla loro situazione economica, e, insomma, non provocherebbe gravi conseguenze. Una minoranza, i veri «giocatori d'azzardo», sono pronti a rischiare somme di denaro la cui perdita influirebbe sulla loro situazione finanziaria al punto da rovinarli. Ma questo tipo di giocatore non «gioca» veramente: è coinvolto in una forma di vita molto realistica, spesso drammatica.
E. Fromm, Anatomia della distruttività umana, 1973

Il disturbo da gioco d’azzardo è frequentemente sotto-diagnosticato e disabilitante, ed è aumentato negli ultimi anni. Soltanto una piccola parte dei giocatori patologici cerca un supporto, rendendo difficile una precoce individuazione e ritardando così la messa in atto di un trattamento appropriato. Nel DSM-5, il disordine da gioco d'azzardo è stato riclassificato in un disturbo di dipendenza e collegato all’uso di sostanze, al fine di migliorare la diagnosi, indirizzare meglio al trattamento e stimolare ulteriori ricerche nel settore. 
Nella cura di questo disturbo può essere utile un percorso terapeutico che coinvolge non solo l’individuo ma l’intero nucleo familiare, orientato al riconoscimento degli elementi che hanno determinato la comparsa della problematica e la sua permanenza. Si pone come obiettivo intermedio una riduzione della somma spesa nel gioco, arrivando poi alla completa "disintossicazione" tramite il riconoscimento delle situazione dove la persona è più vulnerabile e l'apprendimento di strategie pratiche per la gestione del craving.

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Riparare i guasti

9/27/2021

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Accettarsi per cambiare

9/25/2021

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Il corpo è Casa

8/25/2021

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Il corpo è espressione per eccellenza della soggettività ma amare il proprio corpo e se stessi necessita di tempo.
  • Smettere di paragonarsi: ognuno è unico nell'aspetto e nella personalità. Scrivi su di un foglio i 10 motivi per cui ti senti unico.
  • Smettere di giudicare: tutti abbiamo risorse e limiti e non è utile giudicare gli altri. Non guardando più gli altri con occhi giudicanti, ci porremo in modo più gentile anche con noi stessi raggiungendo maggiore serenità, sicurezza e di conseguenza bellezza.
  • Imparare ad accettare ciò che non ci piace: prendere consapevolezza di come ci vediamo e che parole utilizziamo per descriverci ci fa rendere conto dell'amore che proviamo per noi stessi
  • Valorizzare i punti di forza: guardiamoci allo specchio e osserviamo cosa ci piace del nostro corpo, troviamo uno stile che sia nostro, personale e ci faccia sentire a nostro agio.

“abbia cura del tuo corpo, è l'unico posto dove devi vivere”

immagine di @carotecannella


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Un' estate fa la storia di noi due...

8/16/2021

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Chi di noi non ha mai vissuto un amore estivo? Una storia che ci ha fatto sognare e sperare o una notte di passione?

Alle volte questo fuoco divampa così velocemente da non rendersi nemmeno conto come si sia accesa la miccia. Il rischio è che questi fuochi, così come si sono accesi velocemente, possano spegnersi con altrettanta celerità, lasciando, spesso, delle conseguenze emotive importanti, come stati di ansia o depressione. Ció può accadere anche fra adulti.

Si torna dalle vacanze con una ferita affettiva o con una speranza che, poi, si trasforma in una delusione. Forse proprio perché sappiamo che la vacanza ha una fine viviamo la relazione estiva più intensamente, ma a fine stagione si torna tutti alla vita quotidiana.

Stiamo attenti a non riversare nell’incontro con l'altra persona le nostre speranze e i nostri bisogni personali e ricordiamoci che perché nasca una relazione è necessario tempo ed impegno.

Il consiglio migliore è godersi l’attimo senza crearsi troppe illusioni ed aspettative poi chissà....




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Le fasi del lutto

8/9/2021

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Il lutto viene definito dal punto di vista come "uno stato psicologico conseguente alla perdita di un oggetto significativo, che ha fatto parte integrante dell’esistenza. La perdita può essere di un oggetto esterno, come la morte di una persona o interno, come la perdita della propria immagine sociale, un fallimento personale e simili” (Galimberti, 1999).

La psichiatra Kübler Ross elaborò la Teoria delle cinque fasi del lutto Il lutto, 
  • Fase della negazione o del rifiuto: "non ci credo”: si tende a negare la perdita e rifiutare la realtà come meccanismo di difesa;
  • Fase della rabbia: “perché  a me? Cosa ho fatto per meritarmelo?” si può sperimentare ritiro sociale, solitudine e necessità di direzionare il dolore e/o la sofferenza esternamente o internamente, vivendo il lutto come un’ingiustizia;
  • Fase della contrattazione o del patteggiamento: “se supero questo momento, non farò più errori” si cerca di riacquisire l’esame di realtà e trovare delle strategie per affrontare il problema;
  • Fase della depressione: “non posso farcela, la mia vita così non va” si prende consapevolezza della perdita, pensando a cosa non si potrà più condividere;
  • Fase dell’accettazione del lutto: “ora bisogna andare avanti” si arriva alla totale elaborazione ed accettazione della perdita, si comprende di non essere gli unici ad avere quel dolore e che la morte è inevitabile.
Le fasi del lutto non sono obbligatoriamente presenti in modo sequenziale, bensì possono presentarsi con tempi e modalità diverse da persona a persona.
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il ghosting: quando l'altro sparisce.

6/28/2021

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Il ghosting è una strategia indiretta ed aggressiva utilizzata per mettere fine ad una relazione, sia essa sentimentale, di amicizia o parentela. Significa “rendersi una fantasma, diventare invisibile”, quindi sparire, dissolversi. Sparire è una strategia da sempre utilizzata per chiudere le relazioni, soprattutto amorose, ma negli ultimi anni si ne registra un notevole incremento.
Cancellare una persona dalla propria vita al giorno d'oggi è facile: la tecnologia ci permette di bloccare, eliminare o segnalare una persona ed impedire così ogni contatto con lei.  Sparire è scegliere di non sentirsi cattivo, annullando la relazione come se non fosse mai esistita.
Alcune caratteristiche di personalità sembrano essere prevalenti in chi riesce a sparire da un momento all’ altro senza dare spiegazioni: la tendenza alla manipolazione, il senso di grandiosità e superiorità e la mancanza di empatia, rimorso e senso di colpa.
La scelta di sparire, solitamente, è messa in atto quando il legame sta  diventando più intenso e potrebbe diventare una relazione stabile.
Il ghost, impaurito da questa possibilità, decide di agire sparendo prendendo così il controllo della situazione non curante della sofferenza dell'altro. 
“La ricerca scientifica, inoltre, riconosce nei Ghost uno stile d’attaccamento prevalentemente evitante: la fuga è un mettere in scena il comportamento evitante subito in passato e sperimentato all’ interno delle relazioni primarie di cura (ad es. nelle elusioni delle proprie richieste di accudimento da bambino).”pie
Il ghost è una persona che non riesce assumersi responsabilità e a spiegare cosa stia accadendo e i motivi per cui si allontana. Dare una spiegazione e affrontare la reazione dell'altro fa paura e apparentemente è più faticoso.

Chi subisce il ghosting non è da subito consapevole di che cosa stia accadendo. Non comprende la situazione e cerca di trovare una spiegazione ai comportamenti del partner, si interroga sulla propria responsabilità sviluppando così sensi di colpa e restando in attesa del ritorno del partner.
Una volta compreso che  l’altro è sparito davvero, arrivano rabbia, senso di ingiustizia e di impotenza, frustrazione, tristezza.
La conseguenza di questo vissuto potrebbe segnare anche le relazioni successive in termini di paura e mancanza di fiducia nell’altro.

Per fronteggiare il dolore a chi ha subito il ghosting può essere utile, anche se difficile, il no contact:  non chiamare, non cercare, non insistere, non consultare le pagine social del ghost. La vittima dovrebbe non cercare una spiegazione, che di solito non c'è, evitare di provare sensi di colpa e, allo stesso tempo, non denigrare le emozioni vissute e darsi il giusto tempo per superare il "lutto".

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Tempo di vacanza!

6/15/2021

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Fare una pausa dal lavoro o dallo studio è fondamentale per recuperare energie, idee, forze mentali e fisiche.
Ridurre lo stress è la chiave per migliorare la performance cognitiva. Fare attività fisica, dormire meglio e di più, trascorrere tempo con i propri amici e intraprendere nuove avventure sono ottime strategie per ridurre lo stress e rigenerarsi per ripartire.
Riposare non è una perdita di tempo, anzi permette di:
  • aumentare la creatività
  • migliorare le capacità di giudizio e di scelta
  • ridurre lo stress
  • essere più felici
  • ritrovare le energie 
Per godersi davvero una vacanza è necessario modificare i ritmi della giornata, programmare qualche giorno prima i posti da vedere senza crearsi aspettative eccessive, prevedere le tempistiche del rientro per ricominciare con un ritmo più sereno e disteso e staccare il più possibile dal lavoro, dandosi solo se davvero necessario un tempo preciso per controllare mail o fare delle telefonate, ad esempio 10 minuti al giorno o mezz'ora due volte in una settimana.
Siete pronti per le vacanze? Voi dove andrete? Mare, montagna o città?
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La psicoterapia è un percorso

5/23/2021

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Un percorso psicologico si sviluppa in più fasi.
La prima fase è quella conoscitiva tra paziente e terapeuta, è il tempo in cui il paziente presenta la sua storia, i suoi bisogni e le motivazioni che lo hanno portato a chiedere aiuto ad un professionista. Il terapeuta analizza la domanda ed elabora, dopo aver condiviso gli obiettivi con il paziente, un progetto di terapia che proporrà poi al paziente (fase 2). Ogni percorso è personalizzato; a fronte di una difficoltà o di uno stato emotivo momentaneo anche un solo colloquio col terapeuta può aiutare a far chiarezza.

A questo punto inizia il percorso vero e proprio, la parte più impegnativa. Il paziente con l'aiuto del terapeuta  è chiamato a ragionare ed approfondire determinate tematiche, ad esplorare il perchè di alcuni comportamenti messi in atto, ad analizzare le proprie paure e a mettere in atto soluzione per provare ad uscire dal problema. Il paziente, con il terapeuta, intraprende riflessioni sul specifiche dinamiche che mette in atto e trova o ritrova risorse che prima non vedeva o non riusciva a valorizzare potenziando così alcuni aspetti della propria personalità.

La fase finale è quella di chiusura del percorso, in cui si fa il punto della situazione, si consolidano le risorse acquisite per poter fronteggiare i momenti difficili. Si possono porre nuovi obiettivi o affrontare tematiche non analizzate fino a questo momento.

Il percorso terapeutico è uno strumento che una persona può avere come competenza in più nel suo percorso di vita. Spesso chi chiede un consiglio “al volo” ha una concezione distorta dello psicologo, tanto quanto chi pensa che la terapia duri tutta la vita. 
Quando si parla di psicoterapia bisogna pensare ad un percorso che interviene profondamente sulla personalità dell’individuo. Si parla a  volte, di ristrutturazione della personalità. Sono quei cambiamenti che rendono una persona stabilmente diversa rispetto a quando la stessa ha iniziato il percorso psicologico. In questo caso bisogna prevedere periodi di durata alcuni mesi o anche maggiori, questo dipende dalla sintomatologia più o meno grave ed invalidante e da quanto questa sia radicata nel tempo.
Si parla proprio per questo di percorso, colloquio dopo colloquio il paziente scopre o riscopre parti di sè, nascoste o negate, impara a conoscerle ed integrarle al meglio nella propria personalità e a gestire così, in modo nuovo, la sua quotidianità e le situazione che gli creano disagio. 

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